Stefano Musa

Ristrutturazione e design di interni
Stefano Musa a Roma, RM, IT su Houzz
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Mio padre, pur facendo un altro mestiere, è sempre stato un appassionato di riprese cinematografiche e fotografiche. Sin da bambino sono rimasto incuriosito ed affascinato da cineprese 9 mm 8 e super 8, oltre che da apparecchi fotografici dell'epoca come la Zeiss ikon. Poi arrivarono le reflex e la prima che ho potuto maneggiare è stata una Pentax K2 che, oltre al mirino reflex, introduceva automatismi di esposizione all'avanguardia per quei tempi.


Durante gli anni del liceo, complice un mio compagno di classe che già si dilettava con la stampa in BN, cominciai ad interessarmi anche a questa fase del processo fotografico. Non fu difficile coinvolgere mio padre e, con il suo aiuto, acquistai un ottimo ingranditore della Durst con relativi obiettivi da stampa, bacinelle per il trattamento del BN, drum per lo sviluppo della carta colore e tutto quanto necessario per eseguire l'intero processo che si concludeva con la formazione dell'immagine sulla carta sensibile.

In quegli anni iniziarono e si svilupparono le mie conoscenze in campo fotografico. Leggevo molte riviste e, insieme a diversi amici, sperimentavo svariate tecniche di ripresa e di stampa. Non avevo ancora avuto contatti col mondo professionale.

L’occasione si presentò durante il periodo degli studi universitari (Architettura), quando iniziai a frequentare un laboratorio di sviluppo e stampa che, all’epoca, andava per la maggiore qui a Roma, in particolar modo per la fotografia commerciale e di cerimonia. Sono stato un loro cliente e, per alcuni mesi, ho avuto modo di collaborare con loro, occupandomi della stampa manuale a colori. Mi sono, così, ritrovato in camera oscura, alle prese con un ingranditore  monumentale che andava ruotato di 90 gradi per proiettare l’immagine a parete, quando erano richiesti ingrandimenti superiori al metro.
Ripresa fotografica arredo farmacia
Ma ancora più importanti sono state le collaborazioni che ho potuto intrattenere, sempre in quel periodo, con i fotografi che gravitavano all’interno e all’esterno del laboratorio. Attraverso di esse ho imparato ad affrontare e risolvere le problematiche legate all’attività professionale. Il settore predominante era quello della fotografia per cerimonie ed in particolare quello dei servizi per matrimoni. Si trattava (ed in parte lo è tuttora) di una specializzazione che costringeva ad adattarsi a molte situazioni, spesso imprevedibili ed a risolvere problemi legati alla tecnica fotografica in pochissimo tempo.  Del digitale ancora non si parlava, si realizzavano molti meno scatti rispetto ad oggi, ma il 99% di questi doveva essere di qualità.

Alla fine degli studi universitari mi sono ritrovato con un mestiere che già conoscevo abbastanza bene ed un altro tutto da scoprire (e da scalare). Per alcuni anni ho tenuto, come si suol dire, i piedi in due staffe, continuando ad esercitare l’attività di fotografo e collaborando con alcuni studi di architettura.

Un giorno un mio amico mi telefonò per dirmi della possibilità di rilevare un’attività per avviare uno studio fotografico. Non è stata una decisione facilissima, ma, alla fine, mi sono ritrovato a gestire un locale su strada con studio fotografico, minilab e vendita di materiale attinente alla fotografia. In quel periodo, metà anni ‘90, si cominciava a sentire parlare del digitale, ma in prospettiva e riferito al settore amatoriale. In seguito, a cavallo dell’anno 2000, l’evoluzione del digitale cominciò a procedere in maniera spedita  anche in ambito professionale e quando il mio minilab “spirò,” emanando le ultime esalazioni, non ci pensai due volte a sostituirlo con un potentissimo (per quel periodo) computer equipaggiato di processore pentium 3 e hard disk da ben 30 gb.

E da quel momento io, come tanti miei colleghi, cominciai a fare i conti con termini come Photoshop, file Raw, Jpg, Tiff, profilo colore, calibratura del monitor, inkjet, ecc. ecc. Fortunatamente la tecnologia mi ha sempre affascinato e, quindi, ho affrontato questa nuova sfida con entusiasmo, riuscendo a tenere il passo con l’evoluzione della professione. Non nascondo di rimpiangere il fascino del processo fotografico che inizia con lo sviluppo della pellicola, ma non posso negare quanto il passaggio al digitale abbia velocizzato e semplificato le procedure, oltre ad avere, insieme ad internet, creato nuove opportunità di lavoro.

Durante i circa venti anni trascorsi nel mio studio, ho avuto modo di affrontare diversi generi fotografici. Naturalmente, stando a contatto con il pubblico, la fotografia di carattere commerciale era prevalente, ma non sono mancate le occasioni per misurarmi col settore pubblicitario, sportivo e… la foto di interni.

Però, rendendomi conto che, a causa o per merito, della continua evoluzione del settore, stava perdendo senso sostenere le spese di gestione di un locale e trascorrervi tutta la giornata, quando, ormai, esisteva la possibilità, offerta dai nuovi mezzi tecnologici, di esercitare la professione in maniera più libera e stimolante, nel 2013 ho lasciato lo studio ed ho affrontato questa nuova sfida come libero professionista, confidando sui contatti professionali acquisiti e sulla Rete Internet.

E, come avrai capito, ho concentrato la mia attenzione e la mia attività sulla foto di interni e di architettura per la quale nutro un interesse particolare, per motivi culturali, ma anche perché consente di lavorare con i tempi giusti, lasciando poco spazio all’improvvisazione, potendo contare in maniera determinante sull’esperienza acquisita nel tempo sia per quanto riguarda la fase della ripresa che quella della post-produzione.

Attualmente lavoro principalmente per studi di architettura, agenzie o privati che gestiscono strutture ricettive, portali web che le pubblicizzano ed agenzie immobiliari.

Sono nato e vivo a Roma.

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